Recentemente ho letto una interessante intervista a Dana Thomas, giornalista e autrice bestseller per il New York Times, al rilascio del suo libro “Deluxe. Come i grandi marchi hanno spento il lusso”.
Ho quindi ordinato il libro ed ho trovato storie interessanti di come piccoli artigiani, sarti d’elite, costruttori di valigie, lavoratori abituata a soddisfare esigenze e pretese di principi e principesse, casate reali, uomini di potere e magnati dell’industria.
Dall’ epoca in cui offrivano il loro know-how e mano d’opera super specializzata, con ricerca e conoscenza di materiali di prima classe che ricercavano in tutto il mondo, sono poi passati a diventare colossi finanziari e commerciali perdendo la prospettiva artigianale e passando a quella economica.
Ora il lusso è destinato alle masse e i prodotti sono realizzati dove costa meno produrli.
Questo mi ha fatto venire in mente qualcosa ….
Un chitarrista è arrivato in laboratorio con la sua bella chitarra americana con una meccanica piegata a causa di una botta accidentale.
Ho cercato di aprire la meccanica per smontare il perno e ripiegarlo. Ma le meccaniche a tulipano non possono più essere aperte perche sono chiuse da due rivetti ribattuti.
Allora ho provato a raddrizzarlo ma appena ho fatto un po’ di forza il bottone mi è rimasto in mano con l’alberino spezzato visto che il materiale non è più acciaio ma e stampato. Per questo ho dovuto ordinare un nuovo set di meccaniche…
Le meccaniche originali (in zama) costano di più delle Shaller identiche.
Delle Shaller penso di potermi fidare, sperando che siano ancora fatte dove sono sempre state costruite!.
Visitando in Cina una delle migliori manifatture di strumenti elettrici, ho visto marchi e sottomarchi di ogni genere, tra cui una sottomarca di una grande chitarra americana contrassegnata con il “made in Cina” . I manici però di questa serie mi hanno ricordato i migliori maple neck mai costruiti , una serie anche prodotta per qualche tempo in giappone. Mi sono complimentato quindi con il manager per la qualità dei loro prodotti. Gli strumenti erano poi equipaggiati con pickups e hardware molto economici ed un body con un legno scelto per contenere il prezzo finale, il che svalutava il valore complessivo dello strumento.
Dopo qualche mese ho visto apparire il “made in china” anche sulla marca principale, il primo “made in Cina” sulla chitarra considerata l’icona della chitarra elettrica.
C’è ancora un senso nel sapere dove e come uno strumento venga costruito, o il senso è solo nel prezzo, nel ricavo e nel marketing?
No se parliamo di “prodotti”.
Alla Manne non costruiamo “prodotti” . Chiamateli strumenti musicali. Ed il fine è quello di costruire strumenti musicali con una loro integrità