Giovanni è di Schio (e quindi condividiamo le origini) ma ha lavorato in California e attualmente è al Cern di Ginevra. Ci ha mandato un commento sulla sua esperienza con la sua Semiacustica 8 corde.
“Il passaggio alla 8 corde è stato naturale ma non facile. Da parecchi anni suono accordato “a quarte” e quindi per l’estensione verso il basso non ho dovuto imparare nuove “forme”.
L’impatto fisico invece non è stato immediato, essendo davvero uno strumento diverso rispetto alla jazz …
Ho “rognato” parecchio per riuscire a suonarci qualcosa, le prime settimane sono state un disastro.
Per ottenere il suono jazz che cercavo, sotto consiglio del saggio Andrea, ho optato per una scala leggermente più lunga per mantenere buona tensione sui bassi, e corde spesse (da .013 a .100 jazz flat wound) per un suono grosso già in partenza.
Le corde mi danno il tipo di suono che cercavo, ma è stata una lotta.
Adesso faccio fatica a suonare qualsiasi altra chitarra.
Il compromesso è che non posso fare bending, ma non è quello che cercavo con questo strumento. Le 8 corde alla fine sono state una ottima scelta, ti danno molte più possibilità, non solo perché hai più note, ma perché alle volte le hai in posizioni suonabili.
Accordi impossibili su una chitarra sei corde (ma banali per un piano ad esempio), diventano spesso facili e alle volte semplicemente portare giù di un’ottava una nota anche in un voicing banale ti cambia davvero tutto.
Comunque la chitarra è magnifica. le note suonano piene su tutta la tastiera, e tra i pick up ed il piezo ci sono tantissimi suoni. I bassi sono caldi e rotondi, e le note più alte non hanno quell’attacco duro delle solid body, pur avendo molto più sustain di una semiacustica da jazz (prima avevo una carved top semiacustica) “